Siamo a casa, non in tribunale

Riscopriamo la Confessione

Riscopriamo la Confessione


“Cosa deve succedere alla nostra anima quando ha santi segni e compie sante cerimonie senza più avvertire la realtà che vi è racchiusa? Qui dobbiamo rinnovarci. Non distruggere l'“invecchiato” e trovare il “nuovo”. Cosa mai dev'essere qui mutato? Vedere la realtà che sta dietro... rivivere ciò che si pronunzia” (Romano Guardini). 

Va superata la preoccupazione di elencare i nostri peccati, ritenuta la condizione necessaria per ricevere l'assoluzione.

Purtroppo per molti il sacramento è come un “colloquio giudiziario” – simile a quelli tra imputati e giudici – e ciò ne ha oscurato il fondamento, che è il ritorno alla casa del Padre, che è sempre pronto e felice di perdonare! 

Il dolore dei peccati (contrizione), l'accusa e la penitenza dicono la verità della conversione (Catechismo), ma così si accentua più l'azione dell'uomo che non quella di Dio. Ma la salvezza non è frutto dei nostri sforzi, ma della divina benevolenza! 

 

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